Che cos'era il mare?
Aveva code d'acqua e zampe d'acqua tra le rocce,
levigava i ciottoli, faceva sigle di luce sulla sabbia:
era profondo ma insensibile, si diceva,
e celibe,individuale, sterile.
In onde riottose o calme maree saliva e discendeva,
circondava le terre,
lui lunare, lui freddo,
irriducibile nel suo votarsi al movimento
e all'aridità.
Le navi lo solcavano in lunghe scie.
Ora si è persa la memoria delle tempeste e dei fari,
dei velieri e dei transatlantici,
dei naufraghi, dei carichi di porpora e di carbone,
di Tiro, di Londra.
Era profondo ma insensibile,
si diceva, dimora delle conchiglie,
delle famiglie dei pesci, estinte, ora:
aveva fondali viscidi, crateri e alghe,
e coralli.
Tagliava i promontori, reggeva le isole.
Giocava, lui muto,
sprezzante, inservibile,
felice nei suoi movimenti vitali.
(Giuseppe Conte, 1977)
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