Siamo tutti collegati.
Pare una frase banale nell’era di internet e dei social network,ma non è così.
Soprattutto perché non mi riferisco all’immenso potere della rete tecnologica,ma alle sempre moderne relazioni interpersonali.
Si,siamo tutti connessi. Collegati tra di noi in una maniera così complessa e sfuggente da essere materia di studio sociologico. Se tutti conosciamo la teoria dei sei gradi di separazione (addirittura su cui hanno basato un film),forse in pochi conoscono la teoria dei tre gradi di influenza.
Ognuno di noi influenza le persone che gli sono accanto e viceversa queste persone influenzano noi. La cosa che mi ha impressionato di questa teoria è che lo scambio di flussi non è solo diretto,cioè tra due singoli individui. Ma può addirittura arrivare a/da persone che non sono nostri conoscenti diretti. Cioè quello che penso può influenzare il mio amico,ma anche l’amico del mio amico.
In pratica una singola idea,impressione,pensiero,sentimento (se ovviamente di forte presa) per empatia e conoscenza si può diffondere a macchia d’olio seguendo i tre gradi di influenza. Basti pensare a una cosa semplice e pura come la felicità,forse basterebbe un sorriso in più al giorno e come una piccola nuvola si espanderebbe per il cielo del mondo.
Ma un discorso analogo si può fare anche con delle idee. Viceversa però questo legame con le reti sociali in cui viviamo,può condizionare il nostro modo di agire e di pensare. Non siamo del tutto liberi,anzi. Tutto dipende quindi anche dalla rete che ci siamo scelti. Le persone che frequentiamo,con cui parliamo,con cui abbiamo stretto amicizia o no.
Insomma se le cose non vanno o dipende dalla rete o da noi. Ma come diceva il Mahatma Gandhi “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”. E magari una piccola goccia,piano piano,scava la montagna. E può cambiare il mondo.
Maggiori info sulla teoria su Focus di questo mese e in questo interessante video:
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