Una sera però i gatti si stupirono che la gabbianella non venisse a mangiare il suo piatto preferito. Preoccupati la cercarono. Fu Zorba a trovarla: “ Non hai fame?” “Ti senti male?”
La gabbianella non voleva rispondere, ma poi ammise “Non sono un gatto, voglio essere come voi, un gatto!”
Zorba con molto affetto le leccò le lacrime e le disse:
“Tu sei una gabbiana, ci lusinga che vuoi essere come noi, ma sei diversa.
Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall’uovo.
Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto.
Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia , ed è bene che tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso.
E’ molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto più difficile e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino.
Devi volare, e quando ci riuscirai sarai felice; i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli perché sarà l’affetto tra esseri completamente diversi.”
"Volare mi fa paura"stridette fortunata alzandosi.
"Quando succederà, io sarò accanto a te"miagolò Zorba leccandole la testa."L'ho promesso a tua madre".
La gabbianella e il gatto nero grande e grosso iniziarono a camminare.Lui le leccava teneramente la testa,e lei gli copriva il dorso con una delle sue ali tese.
Vola solo chi osa farlo.
Tratto da "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" di Luis Sepulveda)
sabato 10 maggio 2008
La gabbianella e il gatto
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